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HomeCultura e Libri"Presagi", mostra personale di Gaetano Compagno

“Presagi”, mostra personale di Gaetano Compagno

Il 4 ottobre, ore 18:30, presso lo Spazio Eventi Bastione, viene inaugurata la mostra personale di Gaetano Compagno dal titolo: Presagi.La mostra viene presentata da Rosalba Gallà e Lino Diverde, presidente associazione culturale Il Faro.La mostra potrà essere visitata fino al 19 ottobre 2025.Gaetano Compagno è anche autore del libro “I Fari di Sicilia” presentato lo scorso anno a Palermo presso l’Arsenale della Regia Marina.

I dipinti di Gaetano Compagno vanno letti su due piani differenti: essi, a una prima lettura,
mostrano paesaggi naturalistici, caratterizzati complessivamente da una particolare qualità
luminosa, quasi un “linguaggio visivo” capace di trasmettere sensazioni di calma e
sospensione nel tempo. La luce che filtra tra gli alberi, riflettendosi sul mare turchese o
delineando le forme al crepuscolo, non è mera resa naturale, ma costruisce atmosfere che
invitano l’osservatore ad entrare in una dimensione meditativa, dove il reale sfuma nel
sogno. In generale, le opere si caratterizzano per una forte presenza di sentieri che spesso si perdono verso una spiaggia, di un mare azzurro che si estende fino all’orizzonte, di paesaggi lacustri e boschivi all’alba o al tramonto, di promontori e della quieta bellezza di un paesaggio innevato.A una lettura più attenta emerge, però, una certa tendenza al minimalismo e al surrealismo.


Questi due aspetti si riscontrano nell’attenzione rivolta a piccoli elementi di paesaggio
antropizzato presenti nelle opere: un faro solitario su una lingua di roccia emergente
dall’acqua o i molti ponti in pietra presenti nei dipinti (alcuni dei quali riconoscibili) e che
spesso attraggono lo sguardo dell’osservatore. Inoltre, in molte opere sono presenti elementi simbolici, come le note musicali, o le inaspettate striature rosse, o un aquilone senza fili sospeso nel cielo, che introducono un senso di mistero e di relazioni nascoste tra natura, cultura e psiche. Le opere si fanno quindi ponte (questo forse spiega anche la loro presenza sulle tele) tra un mondo visibile e un mondo interiore, conducendo a una lettura multilivello.È come se l’artista invitasse lo spettatore a contemplare la vastità della natura e il rapporto tra dimensione paesaggistica, elementi costruiti dall’uomo e elementi provenienti da una realtà nascosta, che risiede nelle profondità dell’io e che si esprime in musica, presenze imprevedibili e atmosfere oniriche.Le opere, quindi, testimoniano un viaggio interiore dell’artista e inducono l’osservatore a ritrovare il senso nascosto dietro l’apparente semplicità e a esplorare la natura non solo come ambiente fisico ma come spazio metaforico dell’anima. La mostra diviene così un’esperienza sensoriale e intellettuale in cui perdersi tra la concretezza della terra e l’infinito dell’interiorità e ogni quadro si svela come una finestra su dimensioni molteplici, intessute di luce, silenzio e simboli evocativi.


Da questo punto di vista, il titolo “Presagi” suggerisce un senso di anticipazione, di intuizione attraverso segni misteriosi che parlano oltre l’apparenza visibile e che costituiscono indizi di una realtà latente, messaggeri di un qualcosa che va oltre l’immediato e che conduce verso un’attesa meditativa e verso presagi di trasformazioni interiori o di epifanie nascoste nel paesaggio. La natura diviene così spazio dell’inconscio, mentre il minimalismo e il surrealismo iniziano a letture molteplici, rendendo i dipinti veri e propri annunci simbolici di ciò che ancora deve manifestarsi o essere compreso. Il titolo “Presagi”, dunque, si sposa con la doppia anima della mostra: realtà e sogno, natura e simbolo, quiete contemplativa e tensione verso l’ignoto. Invita a leggere i paesaggi oltre la superficie, cogliendo i segni sottili di una dimensione profonda e affascinante. Particolarmente significativa, in questo senso, è l’opera intitolata “La speranza”, in cui gran parte della tela è occupata da mare e cielo: i colori predominanti sono il blu intenso del mare e le sfumature del cielo, che vanno dal rosso-arancio all’azzurro chiaro, creando un forte contrasto cromatico che conferisce all’immagine un’atmosfera sognante e ambigua.
L’attenzione è catturata dal grande arco collocato al centro, una struttura sulla linea
dell’orizzonte, una presenza innaturale su uno sfondo marino fuori dal tempo e dallo spazio
usuali. Il veliero che attraversa l’arco potrebbe rappresentare il viaggio, l’ignoto, il passaggio


verso nuove esperienze, forse metafora di un cambiamento personale o collettivo. Un po’
inquietante risulta il corpo spezzato in primo piano su una roccia, probabilmente un
manichino, che suggerisce temi di alienazione, stanchezza o perdita d’identità, la fragilità
dell’essere umano nel mondo moderno, ancor più quando la realtà diventa confusa e onirica.Un’auto abbandonata contrasta con la nave d’epoca e con gli elementi naturali, enfatizzando l’eterogeneità temporale e culturale della composizione pittorica, con un conflitto tra mondi diversi: in primo piano prevale un senso di abbandono, sullo sfondo un arco da oltrepassare verso la speranza.Lo stile richiama artisti come Dalí o Magritte per l’uso di paesaggi realistici legati a elementi surreali e impossibili, con particolare attenzione agli accostamenti stranianti che enfatizzano il significato filosofico della composizione, unendo oggetti anacronistici e simboli umani in una narrazione visiva che induce a riflettere sul tempo, sull’identità e sulla realtà stessa.

Rosalba Gallà

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