Sabato 18 ottobre alle ore 21:15, al Teatro Grifeo di Petralia Sottana, debutta L’amore al tempo della guerra, scritto e diretto da Santi Cicardo, con Davide Lo Coco e Irene Maiullari, le ambientazioni sonore di Leonardo Bruno e le scene di Francesco Gulizzi.
Lo spettacolo conclude il progetto Affetti Collaterali. Atti teatrali per un’educazione sentimentale delle OfficineTeatrali quintArmata, finanziato dal MIC e promosso dal Comune di Palermo e dalla Città Metropolitana di Palermo, con la collaborazione di Casa Teatro, Comune di Petralia Sottana, Comune di Gangi, Comune di Bagheria e Comune di Cefalù.
L’azione si svolge in uno studio di montaggio, dove un regista e una giovane giornalista si fronteggiano tra luci fredde e frammenti di ricordi. L’intervista, nata per parlare di un documentario sulle storie d’amore sorte nei teatri di guerra, diventa presto un corpo a corpo psicologico, un conflitto verbale che mette in gioco verità taciute e colpe sepolte. Sullo fondo si allungano le ombre delle donne violentate in guerra, delle contraddizioni dell’amore quando si intreccia al potere e alla violenza, dei rapporti tossici e delle dinamiche di seduzione maschiliste e patriarcali, che ancora oggi definiscono e deformano le relazioni sentimentali.
Riflettendo sul cuore del suo testo, Santi Cicardo racconta: “Mi sono chiesto molte volte quale relazione unisca Ares e Afrodite. Penso al quadro di Tiziano, Marte, Venere e Amore: Marte è disarmato, Venere lo guarda, Amore gioca con le armi. È un’immagine di una lucidità sconvolgente: la guerra e l’amore si appartengono, si sfidano e si seducono a vicenda. Ma cosa lega davvero l’amore alla guerra? Se un legame c’è, sta nel desiderio di possesso e di dominio. La guerra è la forma estrema del controllo sull’altro, ma anche l’amore, quando smette di essere incontro, condivisione e diventa appropriazione, ne riproduce la logica. Ogni relazione umana è potenzialmente un campo di forze conflittuale di desideri, un tentativo, più o meno consapevole, di disarmare, conquistare e ridurre l’altro a oggetto, privandolo della sua libertà.
In questo senso L’amore al tempo della guerra non parla solo di conflitti storici o politici, ma delle battaglie interiori e affettive che ognuno combatte ogni giorno. È un modo per dire che la pace, come l’amore, non è mai definitiva: bisogna difenderla, rinegoziarla, riconquistarla continuamente.”
Il risultato è un dramma intimo e teso, dove la memoria si intreccia al desiderio e la parola diventa arma di verità. L’amore al tempo della guerra attraversa la soglia sottile tra eros e violenza, potere e libertà, e ci consegna una domanda che resta aperta come una ferita: come può l’amore evitare le parole dell’odio?








