L’invasione, finora innegabilmente incontrollata, di cinghiali e daini nelle Madonie ha inferto danni gravissimi al patrimonio naturalistico del Parco e all’agricoltura locale.La cronica assenza di dati ufficiali sulla diffusione delle due specie, unita alla discutibile scelta di sviluppare la filiera di lavorazione delle carni selvatiche – antitesi del piano di contenimento e presupposto per il mantenimento di elevate popolazioni delle due specie – ha trasformato l’Area Protetta in un percepito e sgradevole “allevamento a cielo aperto” di ungulati.
Tuttavia, queste nostre fondate preoccupazioni sembrano essere state spazzate via dalla recente comunicazione del Commissario straordinario, Salvatore Caltagirone. L’Ente Parco, a suo dire, ha raggiunto risultati che “confermano la validità delle strategie attuate”.
Nel 2025 sono stati abbattuti 797 daini e catturati con chiusini 164 cinghiali.Con grande soddisfazione, prendiamo atto di questo “sforzo profuso”. Ma per evitare che questa comunicazione appaia come una mera mistificazione della realtà della diffusione incontrollata, riteniamo indispensabile che l’Ente Parco supporti queste affermazioni con la diffusione dei dati che delineano l’assetto demografico delle due specie:
- Popolazione attuale stimata di daini e cinghiali
- Tasso di crescita annuo delle due specie
- Obiettivo numerico di contenimento e la tempistica prevista per il suo raggiungimento
- Numero di abbattimenti da caccia di selezione dei cinghiali nel 2025.
Vogliamo essere fiduciosi che i risultati annunciati segnino l’inizio di una vera inversione di rotta, restituendo alle Madonie il suo ruolo di serbatoio di biodiversità e di motore per l’economia agricola e turistica, invece del discutibile ed oneroso ruolo di recinto per la selvaggina.
WWF Sicilia N.O.








