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“La dolciera Siciliana” di Annamaria Zizza”

La dolciera siciliana, è un libro che si sta facendo strada , catturando l’attenzione dei lettori, ma anche della critica prestigiosa , candidato al premio Strega 2025, tra i finalisti del premio Nadia Toffa, l’autrice AnnaMaria Zizza, catanese, cosi conquista uno spazio importante e meritatissimo dentro quel mondo magico e bellissimo che è la letteratura.

In copertina una giovane donna del settecento in abiti semplici, ma con uno sguardo che ti interroga, uno sguardo di bambina che ci racconta la vita  di Maria, la protagonista di questa storia.Fa da sfondo della vicenda una storia di abbandono, solitudine e violenza carnale.

Un’attimo di istinto primordiale incontrollato di un uomo, un carrettiere che abusa di una ragazzina giovane in fuga per la libertà, un’attimo che segnerà l’esistenza della giovane Maria, che ha la sola colpa di essere donna, di essere bella e’ di non essersi riuscita a liberare dalla pesantezza di un corpo voglioso addosso, che le lascera’ un marchio la sifilide.

Se esiste il caso, non lo sappiamo, ma da credente  esiste la Provvidenza, l’autrice Annamaria Zizza, impianta sulla dimensione della fortuna , caso, Provvidenza come vogliamo chiamarla la seconda vita di Maria che ha un prima, fatto di sofferenze ed un dopo dove esiste sempre la sofferenza ma che si orienta verso la salvezza, viaggio ricerca di una nuova identità.

Una lettura scorrevole e carica di colpi di scena,.Amore e dolore si intrecciano, come la storia di Giuseppe e Maria, il cui destino per entrambi  non è stato da subito gentile e generoso.In una società, quella del periodo, in cui è ambientata la storia, maschilista, verrà fuori una figura bella ed interessante quella di Tommaso Campailla, medico realmente esistito che prenderà con sé la piccola , di cui subito rintraccia doti non comuni , non è solo bella ed intelligente, ma istruita, occhi svegli e vispi che lo incuriosiscono. Lui che a dire della moglie aveva un’irresistibile attrazione per gli “scarti umani” aveva visto oltre l’apparenza, come solo un’anima gentile sa cogliere.

Molti gli spunti di riflessione sulla generosità del medico che si distingue per l’attenzione verso la gente semplice, i rancori e gelosie della moglie di Campailla, la descrizione dell’infelicità di molte coppie nobili del tempo e la ricerca di occasioni frivole per cercare quella soddisfazione carnale che in genere viene descritta al maschile, qui sono le donne che divorano vogliose con gli occhi gli uomini.L’autrice dunque con toni audaci ribalta le solite logiche dei racconti a cui siamo abituati.

La storia racconta l’autrice prende spunto da una visita che lei stessa fece al sifilicomio intitolato a Campailla a Modica, le porte chiuse esercitarono una forte attrazione e affascinazione da cui trasse ispirazione per raccontare le vicende tra reale ed immaginario che troviamo nel libro.Una ricostruzione sicuramente faticosa, ma anche stimolante.

Molto delicate le pagine in cui si parla d’amore attraverso il corpo, la dolcezza degli sguardi e delle carezze che Maria scopre dopo avere per tanti anni, nascosto la propria femminilità per paura, i corpi che sanno accarezzarsi sono musica.Interessanti i racconti sulle feste barocche a Catanaia e lo sguardo verso la società del tempo, un libro dolce e aspro nello stesso tempo che profuma di cannella e zagara.

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