Sì è svolta ieri, 29 agosto, nel Chiostro della chiesa Santa Maria di Gesù a
Collesano, organizzata dalla Pro Loco, la presentazione del libro:
CATALOGO COLLESANO (Brevi incursioni diverse in una lunga storia ceramica) di Tommaso
Gambaro.
All’evento ha partecipato un numeroso pubblico a testimonianza
dell’interesse rispetto al tema identitario della comunità che è la
ceramica.
Proprio di identità ha parlato il sindaco di Collesano Tiziana Cascio
che, nel suo intervento, ha sottolineato: “l’impegno costante
dell’amministrazione comunale va nella direzione della ricerca di idee e
di soluzioni per la realizzazione di un museo della ceramica che
implica la creazione di uno spazio per la conservazione e l’esposizione
di manufatti ceramici, che richiede una pianificazione strategica per la
raccolta di opere, la progettazione dell’allestimento, la definizione di
percorsi didattici e la valorizzazione del patrimonio ceramico locale e
storico. Per realizzare tutto questo chiedo, e sono certa non mancherà,
la collaborazione di due esperti professori come Termotto e Gambaro.”
Il Commissario Straordinario Salvatore Caltagirone nel suo intervento ha
sottolineato: “ancora una volta la comunità collesanese in tutte le sue
componenti sociali ha dato dimostrazione di grande vitalità culturale,
contribuendo attraverso l’identità storica, al potenziamento delle
attività che la rete dei geoparchi si aspetta. Le comunità madonite
hanno ormai capito l’importanza della rete mondiale Unesco grazie alla
quale arrivano cospicue somme nelle casse comunali da reinvestire per il
miglioramento del territorio per aderire alle richieste dell’organismo
mondiale.”
Lo storico Prof. Rosario Termotto, nella sua relazione ha evidenziato
l’importanza dei numerosi studi di Tommaso Gambaro nell’ambito della
produzione storiografica inerente la ceramica di Collesano che ha nello
studioso madonita il suo “scopritore” che ha saputo inserirla in un
dibattito più ampio di quello strettamente locale.
Infine, il relatore ha sottolineato: “Gambaro guarda al futuro e si
apre a nuove forme espressive e produttive che sappiano coniugare la
fedeltà alla tradizione con un linguaggio attento al presente che punti
sul design contemporaneo.”
La sobrietà dei manufatti, la sintesi tra funzionalità e apparato
decorativo ci permettono oggi di individuare meglio il percorso compiuto
nel tempo dai maestri ceramisti, e di inserire a pieno titolo
quell’artigianato dello stile di murca collesanese nello spazio assai
ampio della rilettura della tradizione, da cui ripartire per un’idea di
sviluppo agganciato al terzo millennio.
Nel suo intervento l’autore Tommaso Gambaro spiega;
“Le riflessioni possibili oggi sulla ceramica di Collesano iniziano dal
superamento delle distinzioni tra artigianato e arte, tra anonimato di
bottega e autorialità, arti maggiori e arti minori, per procedere su un
progetto che faccia sintesi del passato e si apra ad un dialogo tra
tradizione e innovazione, sostenibilità, qualità dei materiali,
territorialità, nelli consapevolezza della condivisione dei linguaggi,
dell’interconnessione ormai sistemica con cui si conoscono, trasmettono
esperienze professionali un tempo circoscritte a spazi più ristretti.”
Infine afferma: L’appartenenza di questo territorio al Madonie Unesco
Global Geopark può essere certamente un volano di crescita del settore.
Un meccanismo fondamentale per l’economia locale.”
L’ultima opera di Gambaro – Catalogo Collesano – ha illustrato i punti
forti che consistono in un esame approfondito dell’identità della
ceramica locale attraverso una pertinente lettura dei segni più
significativi che ne connotano gli aspetti formali e cromatici. Di
notevole valore è apparsa pure la convincente ricostruzione del catalogo
delle opere del maiolicaro più rappresentativo, quel Filippo Rizzuto che
nel secondo Seicento, trasferitosi da Palermo nelle Madonie mettendo
casa e famiglia a Collesano, ha ampiamente prodotto una vasta gamma di
splendidi manufatti, presenti fino a oggi in prestigiose collezioni
museali.
“Catalogo Collesano”. La lunga storia della ceramica, di Tommaso Gambaro
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