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Celebrare la Giornata Europea delle Lingue, con lo sguardo rivolto alla Sicilia

 Il 26 settembre si celebra in tutta Europa la Giornata Europea delle Lingue, un’iniziativa promossa dal Consiglio d’Europa dal 2001 con l’obiettivo di valorizzare la diversità linguistica del continente, promuovere l’apprendimento delle lingue straniere e sensibilizzare i cittadini sull’importanza del plurilinguismo in una società sempre più interconnessa.
Con oltre 200 lingue parlate, l’Europa è un mosaico linguistico straordinario, dove convivono lingue ufficiali, minoritarie e regionali. La giornata non è solo un’occasione per celebrare le lingue più diffuse, ma anche per riflettere sul valore delle lingue meno tutelate, spesso trascurate dalle politiche educative e culturali.

La lingua siciliana: patrimonio da riconoscere

In questo contesto, la Sicilia riveste un ruolo emblematico. La lingua siciliana, riconosciuta dall’UNESCO come lingua distinta dall’italiano e dall’ISO che le assegna il codice “scn”, è una delle più antiche e stratificate d’Europa. Frutto di influenze greche, latine, arabe, normanne, catalane e spagnole, il siciliano rappresenta un vero e proprio archivio vivente della storia mediterranea.
Nonostante la sua ricchezza lessicale, grammaticale e letteraria, la lingua siciliana non gode ancora – come accade, invece, per il sardo e il friulano – di uno status ufficiale né di una presenza sistematica nei programmi scolastici.

Lingua, identità e dignità culturale

In occasione di questa giornata, l’AUCLIS (Associazioni Unite per la Cultura e la Lingua Siciliana) in una nota fa sapere che «celebrare la Giornata Europea delle Lingue in Sicilia significa anche interrogarsi sul diritto dei siciliani a vedere riconosciuta e insegnata la propria lingua madre. Non si tratta di folklore né di nostalgia, ma di dignità culturale e di rispetto per una comunità che ha contribuito in modo decisivo alla storia linguistica d’Europa. In un’epoca in cui l’Unione Europea promuove il plurilinguismo e il multilinguismo come strumenti di coesione e inclusione – continua AUCLIS – è paradossale che lingue come il siciliano restino ai margini. La valorizzazione del siciliano non è una battaglia localistica, ma un atto di civiltà che riguarda tutti: linguisti, educatori, amministratori e cittadini» .

Un invito all’azione

Il 26 settembre per l’AUCLIS non deve rimanere «solo una sterile celebrazione, ma un’occasione per rilanciare l’impegno verso la tutela delle lingue regionali». La nota dell’AUCLIS termina con un appello ai giovani genitori siciliani: «In attesa che le istituzioni facciano la loro parte, i siciliani hanno un potente strumento a disposizione per mantenere viva la lingua: trasmetterla ai propri figli sin da piccoli, parlandola a casa». Tra le iniziative previste oggi, una diretta streaming (https://www.youtube.com/watch?v=iyglza8PgeQ) dell’Accademia della Lingua Siciliana, dal titolo “La trasmissione linguistica intergenerazionale”, tratterà proprio questo argomento.

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