Tre ciotole, è un film da assaporare nelle sue diverse declinazioni dolce e amaro, un film che affronta il tema del dolore come “occasione” “opportunità” di vedere relazioni, fatti ed eventi con lenti di lettura diverse.Una storia dentro le storie, tratto dall’omonimo libro di Michela Murgia, viene rivisitato focalizzando la storia della protagonista che subisce duri colpi dal destino, prima la fine della storia sentimentale che sembrava vacillasse per diverse incomprensioni, poi la scoperta drastica e brutale di un brutto male che segna profondamente una svolta tra un prima ed un dopo.
La vita di tutti noi scorre apparentemente serena , tra banalità e cose serie , procede con la routine che ciascuno di noi imprime alle cose, senza forse dare il giusto valore e peso alle cose, poi accade qualcosa che rivoluziona tutto, mettendo tutto in discussione.Un inversione repentina dell’ordine di importanza delle cose.
In maniera forte, ma nello stesso tempo delicata , la regista è riuscita a raccontare i sentimenti e le emozioni forti che ci attraversano, cosi che’ ciascuno rivive nel pianto, nel contorcimento del corpo e dei pensieri della protagonista, quello che un po’ potrebbe accadere a noi con un linguaggio che diviene universale.
La fragilità scoperta ci rende vulnerabili, ma più attenti a cogliere i bisogni degli altri, cosi mentre lo sguardo prima era poco vigile, poi finisce per essere attento e pronto ad essere d’aiuto agli altri, come accade alla nostra protagonista che da insegnante dapprima un po’ distratta riesce a comprendere il disagio nascosto in due delle sue alunne ed essere faro anche per gli amici.
Una storia di pensieri, riflessioni, musiche azzeccate che diventano preghiera. Un film che non vogliamo raccontare, è bello da vedere, un megafono a pensare alla nostra vita con più attenzione perchè il tempo non ci appartiene, se non nella misura in cui ne facciamo buon uso, non facendoci cadere nel banale, una bella lezione di vita.
Sabrina Miriana








