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ALL’ISIS SALERNO, DI GANGI, SI È MESSO A DIMORA  “UN ALBERO PER IL FUTURO”, LA TALEA DELL’ALBERO FALCONE, FICUS MACROPHYLLA

All’ISIS “G.Salerno” di Gangi, guidato dal Dirigente scolastico Ignazio Sauro, martedì 28 ottobre, è stato messo a dimora “Un Albero per il Futuro”, una talea dell’albero di Giovanni Falcone, il ficus macrophylla. Si tratta di un gesto simbolico per coltivare la legalità, la memoria e l’impegno civile. L’evento, promosso dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità di Reggio Calabria, si è svolto nella palestra dell’ITE, alla presenza del Tenente Colonnello Giuseppe Micalizi, dei Carabinieri Biodiversità della Calabria, del Capitano Vincenzo Acampora, Comandante della Compagnia Carabinieri di Petralia Sottana, del Maresciallo maggiore Cosimo Damiano Zurlo, comandante della stazione Carabinieri di Gangi, del vicesindaco Nicola Blando, in rappresentanza del Comune di Gangi e di Vincenzo Liarda, già Presidente del Consorzio madonita Legalità e Sviluppo.

A curare l’evento la referente alla Legalità dell’Istituzione scolastica, Prof.ssa Giuseppina Cigno, la quale ha introdotto l’evento, nella palestra dell’ITE, presentando gli Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, agli studenti e alle studentesse delle classi coinvolte nella manifestazione. Al centro degli interventi il tema della Legalità e della Sostenibilità, l’uno strettamente connesso all’altro, nel progetto “Un albero per il futuro”, per la creazione di un bosco diffuso, nel nome del Giudice Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia il 23 maggio 1992, insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. La talea, come ha spiegato il Colonnello Micalizzi, è una piantina dell’albero Falcone, albero monumentale, posto dinanzi al palazzo dove abitava Giovanni Falcone con la moglie, oggi conosciuto come l’albero della Legalità, ove tuttora i visitatori lasciano cimeli, in memoria delle vittime della strage di Capaci.  Gli interventi sono stati molto semplici, sentiti, pregni di empatia.

Con facilità, gli oratori hanno catturato l’attenzione dei giovani coinvolti ad ascoltare i messaggi sul valore della Legalità, seme per un futuro libero dalle mafie, da costruire, in primis, partendo dalla scuola, facendo propria la frase celebre pronunciata dal Giudice Antonino Caponnetto che ha guidato il pool antimafia dal 1983 al 1988, “La mafia teme più la scuola che la giustizia”, come ci ha ricordato il Colonnello Micalizi. Queste le parole del Dirigente scolastico Ignazio Sauro: “come scuola, crediamo che la legalità non sia una materia da studiare, ma una cultura da vivere. Educare alla legalità significa insegnare ai nostri ragazzi che ogni gesto conta, che ogni radice piantata può diventare un albero, e ogni albero una foresta di coscienze”.

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