Una Santa Messa, celebrata dall’arcivescovo di Palermo monsignor Corrado Lorefice e una scultura in legno dell’artista Roberto Giacchino per ricordare le vittime di mafia. L’iniziativa è stato organizzata dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Termini Imerese, guidato dall’avvocato Giuseppe Muffoletto e condivisa dal Presidente del Tribunale di Termini Imerese, Antonio Napoli. Prima della celebrazione è stata scoperta una scultura in legno, opera di Roberto Giacchino, già Comandante della Stazione Carabinieri di Cefalù, che è stata donata al Tribunale.
Durante la cerimonia sono stati ricordati i martiri della legalità Boris Giuliano, ucciso dalla mafia il 21 luglio 1979 e il tenente dei Carabinieri Mario Malausa, caduto insieme ai colleghi nell’attentato di Ciaculli del 30 giugno 1963.”Questo Tribunale, tempio laico del diritto, si unisce in preghiera e nel ricordo di costoro che, con l’estremo sacrificio, hanno testimoniato il valore irrinunciabile della giustizia contro la violenza criminale di Cosa Nostra- ha detto il Presidente del Coa di Termini Imerese Giuseppe Muffoletto nel suo intervento – La celebrazione Eucaristica di oggi, in questo Ufficio Giudiziario sottolinea il legame indissolubile tra principi etici, che Vostra Eccellenza incarna e di cui è portatore, con i valori fondanti della nostra Repubblica. In definitiva, oggi condividiamo il forte richiamo rivolto a tutti affinché la Verità , la Legalità e la Giustizia non vengano mai meno nel nostro agire quotidiano”.
Parlando dell’opera d’arte realizzata dall’artista Giacchino, Muffoletto ha ribadito: “Abbiamo voluto che un’opera d’arte ricordasse i nomi dei Martiri e il loro sacrificio. Ci siamo quindi rivolti ad un artista che, prima ancora di essere tale, ha indossato la divisa dell’Arma. Sto parlando di Roberto Giacchino che ho conosciuto quale Comandante la stazione carabinieri di Cefalù. Roberto Giacchino ha quindi realizzato una scultura su legno, sulla quale ha inciso i nomi dei Caduti, scultura che ha graziosamente ceduto all’Ordine degli Avvocati e che noi intendiamo donare al nostro Tribunale”.Poi, ha ringraziato l’arcivescovo di Palermo monsignor Corrado Lorefice “per questo suo gesto di vicinanza a questo luogo dove quotidianamente magistrati, avvocati e personale amministrativo svolgono con impegno i loro rispettivi compiti”. E ricordando Boris Giuliano, lo ha definito: “investigatore moderno e di grandissimo intuito, antesignano del metodo di lavoro in pool, avviò stretti rapporti di collaborazione con l’Fbi e la Dea statunitensi”.
“Non sfuggì a Boris Giuliano lo stretto rapporto tra Cosa Nostra siciliana e la mafia americana- dice l’avvocato Muffoletto – Non gli sfuggì l’interesse dei “corleonesi” sul lucrosissimo affare del traffico internazionale dell’eroina. Tra l’aprile e il luglio del 1979 accentuò il suo impegno investigativo. Il 7 luglio fece irruzione in un appartamento del capoluogo in quella Via Pecori Giraldi dove, oltre ad arrestare due indiziati di mafia, sequestrò un ingente quantitativo di eroina pura”. “Ce ne era abbastanza per decretarne la morte”. Del tenente Malausa ha ricordato: “Pur nel breve periodo di servizio in terra di Sicilia, aveva redatto il primo particolareggiato rapporto sulle famiglie mafiose che si apprestavano a “mettere le mani” per molti decenni sulla Città di Palermo”. “Da una mafia rurale, gestita secondo metodi patriarcali, si stava per passare ad una mafia di tipo diverso che già intravedeva i profitti nascenti dalla espansione edilizia. Ecco in estrema sintesi le ragioni della furia omicida degli “uomini d’onore”, ha detto.Questa scultura – si legge nell’attestato di Giacchino – è un omaggio a tutti coloro che, con coraggio e dedizione, hanno lottato e continuano a lottare contro la criminalità organizzata, nonostante il peso delle battaglie perse.Il Carabiniere, il Poliziotto e il Militare dell’Esercito Italiano, che si ergono in questa scultura, sono simboli di una resistenza costante, ma anche della vulnerabilità delle istituzioni di fronte al male che cerca di insinuarsi, come il serpente che si trova accanto a loro.La bandiera italiana, piegata ma non sconfitta, racconta non solo la tragedia di Ciaculli e delCommissario Boris Giuliano, ma tutte le vittime innocenti della mafia.
La Costituzione Italiana, scolpita sotto forma di libro, è il fondamento su cui si poggiano tutte le azioni delle Forze dell’Ordine e dell’Esercito, che ogni giorno operano nel rispetto delle leggi e dei diritti, come segno tangibile di uno Stato di diritto.Le due pagine del libro con i nomi – in una le vittime di Ciaculli: Mario Malausa, Silvio Corrao, Calogero Vaccaro, Eugenio Altomare, Marino Fardelli, Pasquale Nuccio, Giorgio Ciacci; nell’altra il Commissario Boris Giuliano – incise con precisione, ci ricordano che ogni sacrificio, ogni vita perduta, è scritta nella memoria collettiva quale monito a non dimenticare chi ha dato la vita per la giustizia e la libertà.Ogni nome è un faro che illumina la strada della verità, del dovere e della giustizia, principi che continuano a guidare le nostre istituzioni.











